ALL’ IMP. REGIO ORTO BOTANICO IN PADOVA CENI ANTONIO Maestro in Chimica ed in Farmacia, già Assistente alla Cattedra el Orlo Botanico presso TL H, Università caUcaa/a. 01 SETTE VEDUTE PROSPETTICHE 1,tT0(. RAF A TE DEL professore a. tosisi PADOVA €nl T1VI Ut A* HI ASCII! 1854 A ROBERTO 1).’ DE VLS1AM Professore di Botanica e Prefetto dolflmp. Regio Orto t Botanico della Università di Padova, Membro effettivo dell' Imp. Regio Istituto di Scienze Lettere ed Arti in Venezia, e di molte illustri Società scientifiche italiane c straniere. p -» r MI \(\ • 1 1 «• • • • ^ f: élH.-MM I ri ■!» ,r.»i .Ml! fi Kgregio Sig. Professore ì A chi se non a Voi , illustre Professore , è dovuta la dedica della Guida alP Orto Boia- ni co di Padova, ckì da circa ventanni pre¬ siedete meritamente , c//e /br»m V oggetto dei vostri studj fruttuosi , de//e aos/re pia *>//«- cì7c care, ed il quale illustraste sì bella¬ mente, da prima nel poscia nel i 842 : />er /« j a limi NOTIZIE STIMIMI li tsELL’ ORTO BOTANICO IS PADOVA # E de’ suoi prefetti Fu senile lodevole costumo quello di [.temetto- rc generalmente alle Guide, sia di edifizj famosi per antichità o per tesori dell’arte, sin di uno stabilimen¬ to qualunque, degno di particolare osservazione dm Viot¬ ti e degli amatori delle scienze e delle arti, le notizie storiche dei luoghi che si propongono a visitare. _ Da cosiffatto lavoro io Leu potrei dispensarmi, dopo che il chiar. Professore De-Visioni, bellamente o con erudizione profonda, le offerse alla pubblica luce dapprima nel 1839, poscia nel 1842, illustrali o qnc- ^lo medesimo Orlo Botanico, di cui ^accingo a pub¬ blicare ora la Guida. >3 \S \ 10 Ma non inalile per questo sarà il ripeterle sue cintamele. Non tutti, forse, cui fosse per arrivare • 1 )l' 11 lacciuolo presente, videro l’opera del Visi . ni5 o, se pure Ja videro, non ne tornerà loro meno' per questo, giovevole la lettura, a sussidio, se altra jioìi fosse,, dulia memoria. Qucsl’Ortó Botanico dello Studio di I>adova, ri*, mito m addietro Orto Medicinale, ed anche Orto dei ,u, conosce la sna origine primitiva fino J a [, a mota „ea de secolo sesto decimo, e tritare si de- n ,Mr g ‘ m v SUa ferfKfMe ** Veneziana Re- I filili, lane sono però le opinioni dogli scrii lori in torno all* epoca precisa; e ehi nel 1535 , chi nel JS 40 * M nel io 4 o, ed altr. anche dopo, vogliono che aves’ se comma lamento. vcs „ , M<1 l aa . torltà chc (lcri ™ dalla testimonianza dei m. emporane,, e meglio che questa, 1 *originale Decrc- vilo a tir ” ° h ° COm!1 '“ lava r istituzione, r" t0 f !,C , r Ih ri a troncar ogni file c J olicnrne la data precisa a’dì 29 Giugno 1545 . *«0 .1 dottissimo Senatore Sebastiano Foseari- istr* rm i>at ™’. cd « « Kiv„ r . I f( . , 0 10 1 Vedova; all’incarico di manderò ad affido le provvido decretazioni del Senato, già £ fessare *T ft a< dl Francesco Buonafede Tro. lave il 7 M? i' ***** «*«** stipe. di J! ***» ramili cinque = tre qn^ g* W** *f tìPfeftZ, „‘ , } c,,oa (il Arreno con casa, elio Jl uopo Ciano stati prescelti. La cura di liiuff.i,,, r *i * ,* Beffe da Noalc nt Lr ****** *&&*** a flf * cina nella l^i ***** di Medi, ' e,S,U > cti aì fairjzió Daniele JGaiiam, soggetto distintissimo pei 1 vastità di sapere, die fu poi Patriarca d Aquile ja. Al bergamasco A mi rea Moro ai, che a quei dì curava la costruzione del tempio eli S. Giustina, si allogava l’incarico della sua esecuzione. Sul disegno pertanto di lui sì die tosto mano ai lavoro, c le opere di riduzione, (orza è dire die pro¬ gredissero con alacrità sorprendente, so Palino appres¬ so eia giunto a tale stalo di avanzamento, da meritar¬ ne pubblici elogi da due chiari sentieri (piali furono il Belon ed il Guazzo, c da abbisognare dell’opera di un Botanico clic lo arricchisse di piante, e della sua vi¬ gilanza per essere custodito. Di falli una lettera dei 18 Agosto 1546 dei Bi- formalori dello Studio di Padova invitava a presiedervi messer Luigi Squalermo, d’Anguillara presso Bruciano nello Stato della Chiesa, ovvero ferrarese giusta il diiar. Mazzuehelli (più comunemente sotto il nome del suo paese natale conosciuto), coi titolo di Libano e Chiesi io dell' Orto Medicinale, Quest’uomo famoso ed eruditissimo, discepolo già del celebre Luca Girini, e clic il grande Mailer citia¬ mo il maggior Botanico fino a quei dì conosciuto in Dalia, fu il primo Custode o Prefetto dell’Orto di Pa¬ dova, eolio stipendio fissatogli dal Decreto 28 Settem¬ bre 1546 di ottanta ducati all’anno, aumentati dappoi a cento i! 25 di Fcbbrajo 1551. All’ Anguillara iu commesso V incarico di sopravegliare ed attendere al- Pincremento cd alla prosperità del Giardino, c, per age¬ volarne la vigilanza, si statuiva noli’Agosto 1547* elic¬ gli fosse acconciala la casa che sul terreno medesimo pi e- esisteva, eoi debito però di soggiornarvi, come si coir* tinnì) sempre costantemente da quei tempi tino a i nostri. ì 2 !Vft altra incombenza ebbe mai i' Anguillaia die «li riciclici c Custode dell’Orlo, mentre la do tir ina dei Semplici era insegnala nell’ Università da Francesco Buonafede, celebre medico padovano, tino dal 1533, collo stipendio di fiorini 120 , accresciutigli poi a J50* c 180 Ire anni dopo; ed è a questo che deesi lode di promotore benemerito della fondazione dell’ Orto stesso, come sopra dicemmo. Tre lustri durava questa prima prefettura, dal 20 Agosto 1 546 alla fine del Luglio 15GJ, nel qual lasso di tempo l’Orto ora salito a molLa rinomanza per opera sua precipuamente, non disgiunta per altro dall utile cooperazione del Fallop- pio c del patrizio Pic*^ Antonio Michicl. _ 1,1 meril ® tuUo dell’ Anguiliara che T Orto andas¬ si? ripieno d’erbe rare e bellissime, le quali il Trinca- vello, letterato e medico veneziano, fa ascendere a più clic I.iim, numero considerevole, fallo rillesso all’ infanzia dell Orto ed alla ristretta somma delle piante a quei dì conosciute. Ma nel Luglio 1561, qual che ne fosse la causa non improbabile l’altrui malcvoglicnza, e forse l’in¬ vidia, riparava il grand’uomo a Ferrara, nella .inalo mila mori di lebbre pestilenziale nell’ Ottobre del- Tanno 1570. All Anguillaia! sosti lui vasi, cinquanta dì appresso lei ehi orre Gmlandmo di Conishcrga, Botanico illustre e sventuratissimo, del che ne fa lede la Ducale di Gi- rolamo frinii 20 ScUcmkc 1561, «I a cui si asse- gnavd I onorario di 124 ducali. Appassiamo par la Botanica, il cui s i„d ; 0 avca cui Inalo con fervore alla scuola di lonlauc peregrina. 1510111 S0£lcntilc per lo amor della scienza, rese più in. leressant i per la palila schiavitù nell’Algeria, da cui fu 13 francato mercè l’oro del generoso l'alloppio, e per un sofferto naufragio; Guilamlino si diede a tuli’uomo alta direzione ed al buon governo dell’ Orto crescente, e col favore dei Veneti Magistrati potè egli promuovere c mandare ad effetto molte opere di fruttuosa utilità, in¬ trodurre c coltivare un numero considerevole di rare piante c preziose. Intanto un Decreto del 20 febbraio 1504 il de¬ stinava a leggere pubblicamente la scienza in quel va¬ go recinto; e con ciò, IO anni dopo la fondazione del¬ l’Or lo, si creava la cattedra di Botanica che per anni mollissimi fu detta Ostensione dei Semplici. Tra le opere da lui promosse ed attivate, merita «articolar menzione l’idroforo, costruito 1 anno 1 •>/*>, il quale posto in acconcio editizio fuori dell’Orto, di prospetto al portone che guida ad esso, provvede, a mezzo di tubi sotterranei. all’ innaffiamento delle sue piante. Un’antica c corrosa lapide ricorda quest opera, la quale, nell’ottimo intendimento di sottrarla alle in¬ giurio del tempo, fu nel 1839 trasportata tini silo Ov’era prima locala, nell’atrio della casa ove abita il professore. Essa è la seguente: IEEVS VIATOR PESE PREGARE PKÀE5TÀK TISSIMtS SEKATORIBVS JACOBO POSE A RESO ItOOTOM VR .VETORTQVE PATAVINO ET FRANCISCO I>VODO PRAEFECTO PATAVINO 589, dopo ventitré an¬ ni c pm .1. reggimento; lasciando in attestato di illudine i suoi mm* BepnlAlien Veneta, tuttodì con- servati nella Marciana, nonché buona parte della sua so¬ stanza ; ed ebbe tomba nel chiostro del Santo. Morto il Gu ila odino, una Ducale del 10 Novem bre lo90 di Pasquale Cicogna, affidava l’incarico di Cu¬ stode dell Orto ed estensore dei Semplici a Jacopo An¬ noio mrl,uso, gentiluomo padovano: soggetto versatis- S,m0 t ne ! !a C ; )I10SCetlza (lcìIc P^nte, e che avea lunga¬ mente viaggialo m Oriente, colPassegno di J00 du¬ cati. Molte sono le opere utilissime dal Corl, is0 pro¬ mosse: tali la fossa di cinta alP Orto, P apprestamento, due anni appresso, de’tubi di piombo distributori dei- acqua dell idroforo ad agevolare l’innaffiamento del ■'au.no, , quali si condussero dal fiammingo Marco Manager Decreto dei Nob. Riformatori 9 Sette». Duc Cataloghi di piante pubblicati in quell’epo¬ ca, fanno lede della riechrz/-» f , un 1 “ccnezza c della prosperità di quello stabilimento. AI Coriuso, morto nel 1603, succedeva il tre di °'; r ! 01 f t uelI ’ anno medesimo il celeberrimi Prospc- ro Alpino di Marostica, onore dello Studio Padovano, a im. fama era conosciuta c riverita da tutta Europa. e Ì’n I °V a Catte(lra cIie copriva già fin dal 1594 G * ° C . 1C d ' ngcv ^ J e fu ^rit® accetto al Veneto ,che vo,,e rimeritarne i distinti ed utili servi- i 5 si coir musilato aumento di stipendio portato fino ai 750 ducali. Morì dopo una malattia di sci mesi il 23 Novembre j6)6, lasciando gran numero di scritti alle stampe che resero chiaro il suo nome anche alla po¬ sterità più lontana. Se non pari in valore a Prospero Alpino, non per questo li: meno benemerito dell'Orto il di lui suc¬ cessore Giovanni Prcvozio nativo di Augst nella Sviz¬ zera, grosso villaggio a due leghe da Basilea, profes¬ sore estraordinario di Medicina pratica, chiamalo alla prefettura da una Ducale di Giovanni Bembo J 4 Gen- najo 1616. Sotto di lui si ristorava la casa, si riatta¬ va e tramutava di sito la macchina idraulica. Mancava di peste nel 1631, lasciando maggior fama di bravo medico che di botanico. Al l’rcvozio si sostituiva con Lettera del Senato 17 Giugno 1631 Giovanni Bouio danese, il quale, sia da domestiche cure impedito o da qualsivoglia altra ragio¬ ne, rifiutalo P incarico, veniva assunto in sua vece, con Ducale molto onorifica di Francesco Frizzo 9 Maggio 1633, Alpino Alpini figlio di Prospero, il quale, mor¬ to cinque anni dopo, cioè Panno 163/, nulla lasciò i ho raccomandasse ai posteri la sua memoria, nè ohe Io palesasse crede della dottrina e della lama del pa¬ dre suo. Ma dopo di lui un altro sommo venne a dar ri¬ nomanza all’Orto ed all’Università; e questi fu il Ca¬ valiere Giovanni Veslingio di Vestfalia, Ostensore e Let¬ tore dei Semplici, e in pari tempo Professore di Anato¬ mia e di Chirurgia, promosso con Ducale '13 Maggio ) G3S, con la condizione per altro che, lasciata la Scuo¬ la Chirurgica, continuasse tuttavia V Anatomica. Arriccili egli ben presto i Orlo già sprovveduto di piante straniere, procacciandosele dalla Spagna, dall I- gi‘lt,o e dall’Indie; indusse i Riformatori dello Studio a mandare a pubbliche spese in Oriente un Botanico raccoglitore nella persona d’fgnazio Des-Champs fiam- iningn, il quale trasportò di colò presso a 300 semi e piante vivo, di cui stampò un catalogo il Tommasini. Sotto di lui prosperò V Orto in modo considerevole, e più che 2000 piante educavansì nell'Orto a quei giomi. Il tee Settembre 1049 fu l’ultimo pel Vcslin- gio, lasciando molta fama di sé c non poche opere frut¬ ti del suo vasto sapere. Giorgio Dalla-forre patrizio padovano gli succe¬ deva il H Ottobre 1649 sotto la Ducea di Francesco Molui. Durante il suo reggimento fu riparata la casa del-Prdlifo con palafitte nel liume, riattalo il coper¬ to, ri no vaio l’idroforo, eretta una conserva per custo¬ dirvi le piante di Creta, d’ %illo, dell’ Indie c di al¬ tri paesi caldi, ed infine allargata di un terzo e resa migliore la casa del giardiniere. Il Prof. Dalia-Torre in segno dì gratitudine al- vcnelo patrizio Angelo Marcello, cui attribuiva il me¬ rito di siffatti miglioramenti, volle perpetuarne la ri¬ cordanza ai posteri colla seguente iscrizione dettata nel¬ lo stile dell epoca, e ebe ora si legge nell’atrio «lei- 1 abitazione del Professore, ove fu traslocala P anno JS39. 17 ANGELO . MARCELLO QVOD ■ MVSARVM . VIRETA . SILVESGEKTIA IN TERLVCAVERIT . ATiJVE . CRESCENTIRVS . IIERB1S . CAH TALIOS . LATICES . INDVXEMT - NVOISOVE . STIRPIBVfi FLORVM . CORONAMENTA . NATVRAB . MVN DVM . ABJEGERIT . QVO . TEMPORE . V1ÌBIS . FHÀEPECTVS ERADICATO . OMNIS . HOSTILITATIS . ACONITO . PACI FERAS . OLEAS . LAVRIS . TRIVMPHALIBVS . 1NSEREBAT GE0RG1VS - A - TYRRE REI * MERE ARIA E . PROFESSOR . ORDINARI VS . HORTli) . PV ELICI . PRAEFECTVS . B . M . P . Promosso il Dalia-Torre l'anno /G66 alla prima cat¬ tedra di Medicina pratica estraordinario, abbandonò la Scuola dei Semplici, non però la prefettura dell 1 Orto, che fu da lui sostenuta con sommo onore pel lungo periodo di 38 anni. Ridotto in età senile impetrò ed ottenne nel i 68J a compagno cd assistente alla catte¬ dra di Botanica Jacopo Pigili veronese, chiaro anatomi¬ co del suo tempo, morto il quale, due anni dopo, fu nominato successore nell’ assistenza al vecchio Dalia- Torre l’ Ab. Felice Viali, già per lo avanti professo¬ re nella Pisana Università. A questo, per quanto anco¬ ra di tempo visse il Prefetto, fu abbandonala la cura dell’ Orlo. Morto il Dalia-Torre, il Viali gli successe il tre di Aprile 1687 con Ducale di Mare’Antonio Giustinian. A quest’ uomo benemerito, che il Pontcdera chiamò Pa¬ dre secondo dell Orto dopo il Buonafede, dobbiamo im¬ portantissime operazioni, quali, a engion d'esempio, le vasche zampillanti costrutte nel 1694; i pilastri clic danno accesso per quattro aperture al giardino; le sta¬ tue di cui va ornato, eretica perpetuar la memoria dei 18 Botanici dell 1 antichità Salomone e TeolYasto. ed i bu- sii di Fabio Colonna e di Gìan*Aiitonio Saraceno. Gran parie delle conserve sorsero e si compirono durante la prefettura del Viali: nò pago di ciò piantava un bo¬ sco ; trasportava piante dall’Indie, e tutto ravvivato, i imboliito, ampliato lasciava 1 Orto di Padova in tale stato di floridezza da togliere a quanti gli vennero ■ippicsso la speranza non che di vincerlo, ma pur d emularlo. Carico d’anni e di gloria, onorato per gli eneomj di sommi ingegni, quali il Riva, il Tontedera id i] e; li in r. Tonrnefbrtj iìaceato da infermità, otteneva nel Marzo 1719 questo benemerito vecchio il doman¬ dato riposo ed una pensione, assai per altro meschina, di 200 annui fiorini dalla somma di 350, che tanti e non più pel lungo spazio di 33 anni avea sempre go¬ duti. A cagione della sua estrema vecchiezza, nell’anno 171 i gli era stato conceduto un assistente nel vene¬ ziano Lodovico Da-Riva, che 1' anno dopo fu traslatato alla cattedra di Astronomia O. Mori il Viali nel mese di Febbraio 1722. Di tanti miglioramenti procurati all’Orto da que¬ st’ottimo Abate resta memoria in una lapide, che pose rgli stesso sulla muraglia interna del portone d’ingres¬ so, su cui leggesi : 19 SILVESTRO . VALERIO . PRINCIPE III VIE . LITEJt . SIC . JVBENTIB . ALEXANDRÙ . MOLINO . PRABPECTO ÀPOLLINEAE . INSULA E . DRCVS . ÀBDITYM HORTVS • DVPLO . AVCTVS . CLAVSTRTSQ . FERREIK . MVNITVS PLASTAE . EX . VTRA Chirurghi in questa Università. 1839. Clementi Dott. Giuseppe di Verona, con fer¬ mato per un secondo biennio. 1845. Ronconi Giovanni Battista di Schio. 1847. Keller Doti. Antonio. 1849. Ceni Antonio di Carpendolo. 1851. Buriini Dott. Jacopo padovano, confermato. Serie Cronologica dei Giardinieri. 1553. Jacopo di Treviso, primo ortolano stabile di cui sia rimasta memoria negli atti dell’ Università, de¬ stinato con Lettera dei Riformatori dello Studio 25 feb¬ braio 1552, e stipendiato con annuale soldo di ducali 20 all’anno. 26 1565. 1 Marzo. Marinante Francesco. 1566. J Gennajo. Borghesan Matteo: durò in quel posto sino al 1574, nel quale anno la cura di scegliere e pagare del proprio il giardiniere, fu lasciala al Guilandino, c dopo di lui al Cortuso, fino a clic nel 1593 fu incaricato questi nuovamente di stipendiar¬ ne due per conto pubblico; perciò apparisce clic fos¬ sero da lui trascelti, col titolo di primo e secondo ga- staldo, nell’ anno 1593, 10 Aprile, Zambon Melchiorre e Carfaro Battista, ai quali i salar; furono poscia sempre pagali dilli Inhersita. Al primo fu concesso lo sti¬ pendio di ducali 80, clic furongli accresciuti a 90 fino al 1618. Al secondo si accordarono soli ducati 70 sino al 1594. 1595; 24 tebbra]o. fiso Bartolomeo succeduto al Carfaro ; questi mori nel suo posto nel Febbraio J6J7. 1617. Febbraio. Zanetti Domenico. 1625. Biagio di Asolo, di cui si ignora il cogno¬ me; fu aggiunto in quest anno quale secondo giardi¬ niere. 1628, Tonello. * 1631. Macchimi o Maggiou Giovanni fino al 1694. 1631. Zanchetto Giammaria fino al 1637. 16ò7, Ricci o Rizzi Giulio, sostituito al Zanehet- to, che durò fino al 1661. 16a1. Macchimi Antonio, tiglio di Giovanni, aggiun¬ to quale assistente gratuito al padre. J 660. Ricci hilippo di Giulio, aggiunto come as¬ sistente senza compenso. Ma Giulio mal soffrendo che il tìglio servisse gratuitamente, dimandò, ed ottenne dal Magistrato a favore del figlio, con Terminazioni 15 Lu¬ glio 1660, lutto il frutto del terreno che circonda l’Or- to, il quale era stato lino allora lasciato a beneficio ed i 27 utilità del Prefetto : ma di ciò riscntilosipvcsso i Ri¬ formatori il Prefetto Dalia-Torre, gl 1 ingordi padre e tiglio Ricci, coti Decreto ultimo Fehbrajo 166J, furono cacciati dall’ Orto. 1664. 15 Febbraio. Andreola Tommaso successo al defunto Antonio Maechion. j 683. Tita Antonio, nipote all 1 ottuagenario Gio¬ vanni Maechion, fu dai Riformatori dello Studio con- ceduto in assistenza allo zio con Lettere 5 Fehbrajo 1683, gratuitamente frattanto, con promessa che al¬ l’evenienza in cui P Andreola fosse promosso a giar¬ diniere primario, Tita succederebbe a quest 1 ultimo. K fu questi uomo peritissimo nella cultura delle piante, a grado che passò dall 1 umile condizione di giardiniere a quella di autore* 1694. Andreola Santo, figlio di Tommaso, succes¬ se a Giovanni Maeebion morto in quell' anno. 1721. 5 Dicembre. Migliorini Sante. 1722. 3 Marzo. Latini Silvestro di Siena, pro¬ posto dal Prefetto Pontcdera. 1727. 23 Dicembre. Migliorini Antonio, il quale da qualche tempo lavorava nell 1 Orto, c sostituito al fratello Sante che uvea abbandonato il servizio. 1738. 5 Giugno. Latini Giovanni, figlio di Silve¬ stro primo giardiniere, fu aggiunto al padre; ma es¬ sendosi in progresso di tempo reso indegno del posto per trascurala cultura dell 1 Orto e per aver cagionata la perdila di due rare piante, fu dal Magistrato dei Ri¬ formatori espulso dal servizio con Lettera 4 Marzo i 74S. 11P . 1748. Marzo. Gami inno Andrea, proposto dal Pre¬ fetto Pontcdera, e clic avea già cominciato a prender*' servizio lino dal 20 Febbraio di quell’ anuo. 1 753. 9 Alaggio. Arduino Pietro primo giardinie¬ re, il quale mostratosi in seguilo distìnto Botanico, el>Le interinalmente la custodia dell’ Orlo dalla morte del Fon lederà fino all’ elezione del Marsili, e fu più tardi, nel 1763, nominato Professore di Agricoltura nell’Uni¬ versità. 1768. Vecchiato Andrea custode dell’Orto. 1/91. Lodi Antonio di Rovigo, morto nel 1837. 1838. Casiini Carlo di Ciussano provincia di Mi¬ lano, che intelligente ed appassionato Botanico, sotto la direzione dell'illustre Prefetto, presta un zelante, indefesso c irannoso servizio. DESCRIZIONI! SOMMARIA DELL’ ORTO Quest’Orlo clic vanta il primato d'antichità fra quanti orti pubblici fossero destinati alla cultura ed allo studio delle piante medicinali, clic fu impulso e mo¬ dello a quelli di Fisa, di Bologna, di Leyden, clic gli vennero dopo, è posto fra le due insigni Basiliche di S. Antonio e di S. Giustina, a pochi passi dal Prato della Valle in amenissimo sito. Abbraccia un’ area di 20664? 37 metri quadrati, e serbo tuttora inviolati i suoi primitivi confini. Un ramo del Brenta bagnavalo altra volta tutto all’intor¬ no, ora soltanto all’Ovest ed al Nord; mentre dagli al¬ tri due lati un’arginatura costruitavi pochi anni or sono, ad impedire il pericolo di frequenti alluvioni, è barrie¬ ra al corso dell'acque. Prima di arrivare all ingresso dell’Orto vedesi a destra un editilo il quale racchiude una grande c solida ruota idraulica, che sollevando l’acqua dal sottopassante canale detto dell’Alicorno, la spinge per via di tubi sotterranei di piombo a zam¬ pillare in diciasètte fontane, che stanno qua e colà disposte lungo il giardino. Sull' esterna muraglia di «fucsia piccola fabbrica leggonsi scolpite su marmoree tavolette le seguenti iscrizioni : d . o . ai . J CANNE PlSAVRO EQVITE FATA VII PRAEFECTO ET PBOPRAETORE HVDRAVLVM MORTO RESTITVTVM NOVOO . TECTO mvnitvm ANNO CHIUSTI M . P , CCXVI. D . O , M . ASCANIU JVSTINIANO PRAETORE STEFHAN© QVJRINO PRAEFECTO ANIMORVM CONCORDIA CLARIS HVDROPHTLACIVai INNOVATVAt A C • A . M . I) . CCII. NICOLAI) II ERIZZIO PRAETVRA ET PROPRAETVRA OPTiaiE JAM PKRFVNCTO ac svaiaio classis l’HAEFECTO DESIGNATO QVGD MIDROPHORVai VETVSTATE CONFGCTVM in ai Agnificentiorem forni am HOItTO BESTITVERIT IVLIVS PONTEDERA PBAESES MONVMENTVM I; , >i . P , INNO CIODCCXXX . 31 Olirono all 1 Orlo comodo accesso un ponte ed un portone di rustica architettura, sulla sommità del qua¬ le fino dalla fondazione, sopra una marmorea tavola stanno incìse, iteti’ idioma del Lazio, le leggi imposto dai Veneti Padri Riformatori dello Studio a coloro clic si portano a visitarlo. Autore dell’iscrizione vuoisi che fosse il celebri' patrizio Daniele Barbaro, uomo assai benemerita dcl- P«istituzione dell’Orto; la quale rivela il mollo amo¬ re portato dai Vendi alte novelle fondazioni da essi accarezzale eoo tenerezza paterna. TRIVMVIRI LITTi-jRA RII 1. PORTAM HAKC DECVMANAM NE PVLSATO ANTE DI KM MARCI EVAKCELISTAE NEC ANTE HQRAM XXII . II, PER DECVMANAM INGRESSVS EXTRA DECVMANVM NE DECLINATO . (IL IN V IRIDA RIO SCAPVM NE CONFR INCITO NEVE FLOREM DECERPITO NE SEMEN FRVCTVMVE SVSTOLLITO RADIO ESI NE EFFODITO . IV. STIRPEM PVSILLAM SVCCRESCENTEMQVB NE 1 l ITiK CTATO NEVE AREOEAS CONCVLCATO TRANSILITOVE . V. VIRIDARII INJVRIA NON AFFtCIVNTOH . VI. N1HIL INVITO PRAEFECTO ATTENTATO . VII. QVI SE CVS FAXIT AERE CARCERE EXSILIO MVLTUOR . Appena posto il piede nell’ Orto veggonsì due vi¬ va], uno a destra c l’altro a sinistra, separati da lun¬ go viale clic mette alla parte centrica c murala del medesimo. ;1 vivajo a destra è riserbato agli alberi cd agli arbusti. Fra questi meritano particolare all dizione una Ster calia platani folla dell altezza ili metri 20 circa e di 50 centimetri di diametro; un Lirtodendmn Udì - pifera di metri 30 circa: un’ Acacia Jnlibrìssìn di nvelri 12; un Capressus pyratnidalis di m. 50, ed una Pau~ lotunia imperialis, cd altre specie di aceri, quereie, ri¬ bes, bcrbcris, evenirmi magnolie, rose cretesi, ec,, colla tàraiglia delle graminacee, 11 vivaio a sinistra, parimenti d’ alberi c fusti, è ricco di una Magnolia grandiflora di metri 15; di un Pinus pinaster di metri 20 ; di una Posa Pani;stana tesa a forma di ombrello, un J r dlosporum Tobira , un dasrììinuni rcvoluhnn assai robusto, cd una JS'Jahonia fa- seicularis. Dietro di questo sorge la casa del Custo¬ de e Giardiniere. Rimpetto al primo ingresso elevasi il gran por¬ tone che metlc all’Orto centrale, inalzato fino dal 1700, sui giganteschi pilastri del quale sta inciso il mollo: Jlic ocidi, hinc manus. E protetto da robusto cd in¬ sieme elegante cancello di ferro, c la sommità dei pi¬ loni è decorata di due vasi di pietra , contenenti due finte piante dell Ananas in rame, a quei giorni raris¬ sime. Al piede di essi, dalla bocca di due mascheroni di marmo, sgorga acqua perenne, che viene raccolta in apposite vasche, che insieme alle altre tutte cd alle fontane dell’Orlo, si eostrusscro a cura del Prefetto Viali nel 1694. Qui presso è 1’ abitazione del Prefetto, decente cd ampia abbastanza, fabbricala sul declinare del secolo scorso. A pian terreno veggonsi varie stanze ri serbate alla custodia di alcune collezioni botaniche. Kelia pri¬ ma osservasi una raccolta di tutte le sostanze clic lo piante esotiche somministrano alla Medicina, radtei, tronchi, t'ir lecci e, legni, loglio, fiori, (rulla c senti, 33 gomme e resine; nella seconda stanno molli legni pu¬ liti e greggi, stranieri e nostrali; nella terza custo- disconsi le piante fossili ; nella quarta vedi una serie dì lunghi modellati in cera; nella quinta infine mol¬ li preparali di notomia ed organografia vegetale. La stanza successiva e la terza contengono la preziosa bi¬ blioteca, donata all'Orto dal defunto Professore Cav. G. A. Borialo, ricca d oltre 5000 volumi, la massima parte d’argomento botanico e di scienze affini, la mi¬ nima di letteratura. Fra queste opere molte ve n 1 han¬ no dì preziose e costose, c non poche edizioni del se¬ colo quintodecimo. Va adorna altresì di parecchi ragguar¬ devoli autografi del celebre Prospero Alpino, di Fede¬ rico Cesi fondatore dell’Accademia de’Lincei, di Ga¬ sparo Gabrieli insigne letterato padovano, dell’immor¬ tale Marcello Malpigli!, dì Giulio Ponledcra, c lettere originali di Andrea Cesalpino, del Linneo, del Seguier, dell 1 Mailer, dello Spallanzani, di Gio. Arduini, dcl- P Aliioni, del Eocmcr, del Wihìenow, e d 1 altri molti non meno illustri Botanici viventi che corrispondono col Professore attuale. Nell 1 ultima stanza è lo studio di questo. All 1 in¬ torno di essa in ben lavorati armadj, rinchiuso in ele¬ ganti buste, conservasi un erbario di ben 14000 piante nostrali cd esotiche, coltivale e spontanee, cominciato dal Prof. Bonato e che l 1 attuale chiarissimo Prefetto accrebbe e va aumentando continuamente. Ammirasi an¬ cora V erbario originale su cui si lavorò e si pubblicò dal sullodato Professore la Flora della Dalmazia . Questa easa fregiava si ai tempi del Marsili di pa¬ recchie classiche pitture dei piti valenti pennelli, qua¬ li di un Tiziano, d'un Giambellino, di un Padoanino, d’Mi Carpioni, d'un Cima da Collegllano, d'un Busca, 34 il’ un Palma il Giovine, nonché del Prete Genovesi-, dei Piazzetta, del Reinéri, del Cagnoni, ec. ì A’piedi dì questa abitazione stendesi a mezzodì un chassis, o letto caldo, lungo meli! 10, destinato i _ ~ alla nascita dei semi, a forzare la vegelazione delle piante. Sul dinanzi della casa medesima vedesi un ele¬ gante giardinetto a spartirnenti simmetrici, assai bene intesi e regolari, con ajuolc di cotto c cordonate dì macigno, sui quali Tengono schierati in bell’ordine presso a 3000 rasi di semi, che ritraggonsi ogni anno dai corrispondenti giardini di Europa, c clic vengono seminati in primavera. —-_Dappr esso vedi un grazioso tempietto ottagono in legname, di gusto dunose, alto metri 15 circa, costruì- to a cura dell attuale Frcfello. Sotto a questo stabile tetto sta una superba Araucaria excelsa, che viene protetta dall 1 inclemenza della iemale stagione mercè di grandi telaj coperti d’invetriate per tutta l’altezza c da stuoie; c dagli estivi calori mediante tende di canape e telaj muniti di reti di filo di ferro per ga¬ rantirla dalla grandine. Questa pianta proviene dalla Columbia, ove s’eleva fino all’altezza di 24 piedi, ed è osservabile pei suoi graziosi, sporgenti e pendenti rami, che sono verticillati con foglie distiche formate a guisa di palme. 11 nostro Orlo può ben vantarsi di possedere uno de 1 più begli alberi di questa specie, il quale ha pres¬ soché tocca l’altezza della sua conserva , ed oltrepas¬ sata l’ampiezza della medesima. . Jl siuistr A-della casa de l Professore è la serr a dei Pelargonj, Aloe, Fuchsie, e d’altre rarissime piante. È lunga metri 9, larga 5, costrutta di quadrelli di cotto, coperta di lastre di zinco, chiusa a mezzo di lelaj di H m !?> 35 lastre, protetti esternamente da reti di filo dì ferro, dio riparano nell 1 estiva stagione le piante dalla im¬ provvisa gragnuola. È riscaldata da stufe che si ac¬ cendono esteriormente. Molle sono le specie dei Pe¬ largoni che vi si serbano e di Aloe, fra lo quali ul¬ time primeggiano YAtoe socmtrina > l'aloè brevifolia , f Aloe milraeformis , osservabile per sue grosse foglie succulenti, appuntite al vertice, e disposte in modo da / rassomigliare alla mitra d'un Vescovo. - Da que sta se rra si passa ad un* ampia c bella slan- za deslinataa tla roe ad udire le lezioni di Botani ca. Fu costrutta l’anno 1842, modellala a guisa d’an¬ fiteatro, e capace a contenere ben 200 studenti. La fabbrica è di muro copcrlo di lastre di zinco. L’in¬ terno è nobile c dignitoso; le panche ed i parapet¬ ti dell’anfiteatro senio ad olio dipinti, c il sopracido ornato graziosamente con leggiadri mazzi di fiori; e dalle pareli stanno pendenti i ritratti degli antichi Prefetti eh’ ebbero in cura questo nobilissimo stabili¬ mento. I busti in piètra tenera del Tourncfort, Jussieu, Bo- nafede, Linneo e Malpigli^ stanno a fregio dell’ attico dell'edilìzio. Sotto il busto del Bonafedc è scolpita la seguente iscrizione : FRANCISCO BONAi’IDlO A MATERIE» 3(1 EDlCAM DOCVIT QTI ANTENORIS VRBEM QVAE LECTA IN TOTA NON FVIT ATSOKIA . CVJVS OB AVSPIC1VM VENETVM RESPVBLICA JVSSIT VT FiERET MEDICI» HORTVS VT ALCISOI !*Ì DBLICIAS NECTENS OCVLIS viride m»? ve minerva» «JVIQVE PORET PATAVI GLORIA SPLENDOR HONOS AVDITORE9 REI HERBARIAB VRID . GAL . JVL . ANN . M . I> . CCCXLV , forma, dimensione e costruzione eguale alla serra dei Gerani è la conserva che segue, destinata alla raccolta delle Camcllie c delle Conifere e di molte rare [dante della Nuova-Olanda e dei Capo di Buona-Speran- za, leggiadramente disposte a gruppi graziosissimi cinti di varie rocce. Essa pure, al pari clic l’altra, è coper¬ ta da vetri ed esposta al sud. La temperatura si tiene dai tre ai sei gradi di Réaumur all’incirca. Sulla porta d ingresso di detta serra veclesi il busto in pietra del celebre Cisalpino. La scuola giacente nel mezzo, e più elevata di queste due fabbriche che la fiancheggiano, offre alla vista una elegante c gradevole prospettiva. Sopra la porta di mezzo, in lettere aurate incise su marmorea tavola, leggonsi queste parole: FEUDI S A I*Di l , aSEVEllVUiENTXA HAYàERIO ARCHID * AVSTR * PRQ R EGE COM ^ ALOYS . PALFFY DE ERD&D VENETAS PEOVIIfCIAS AD MIN ISTE AMTE JGSEFIIO NOE . DE DEHGHICS HE! MEDICEE MODERÀBDAE A COWSlUIS HORTV8 PRIMIGENI ilBDITV SCUOLA HVDROEHORO HVBOCAVST1S AVCTVS ACGEllE LATERICIO MVKITV3 OMNI EX PARTE HEPECTV'S ROBERTO DE VISI ANI HOT. PKAEP . MORTI Q . PRAES . A . MDCCCXLVII . In questa serra e in quelle che susseguitane v’c un interstizio di terreno, in cui si coltiva gran quan- lità di svariate Verbene. Nel centro di questo spazio avvi una vasta fontana, la quale co’ suoi molteplici giuo¬ chi d’acqua allctta e piace. Entro la stessa stanno mol¬ le piante acquatiche. V’ ha un Armi a locasi a , un Fapyrus, una Sagittaria , una Panlederia, la Fi darsin nymphaeoidcs con altre varie specie. Il fabbricalo che segue, costruito in pietra c co¬ perto a tegole, comprende alcune serre alte circa ine! ri 9, alle quali si ascende per cinque gradini. Lungo ! * stesse dal lato di mezzogiorno v’è un marciapiedi di macigno con ajuole sempre fiorile c con piccoli chàs¬ sis coperti da vetrine, in cui sono conservate varie de¬ licate pianticelle. Queste serre, costruite con molta in¬ telligenza dall’Architetto Antonio Noa!c sopra disegni» e sotto la direzione del p. d, Alessandro Ibirca < } So- O Maschi iti, Guida rii Pstluva, png\ 38 inasto sino dalla tino dei 18u7, (ormano un corpo di fabbriche lungo 55 metro volto a mezzodì e diviso in sette stanzoni di varia grandezza, che, per opera di sotterranei fornelli» si scaldano a diverse temperature. Nella stanza prima di questa serra l’occhio del visitatore è portato ad ammirare una numerosa quantità di piante fiorite durante l’anno costantemente, perchè difeso dai raggi cocenti del sole, simmetricamente e con buon gusto disposte sopra elegante gradinata di legno. La serra ha la superficie di m. 1 5, e 1’ ingresso dal lato di mezzodì è protetto da serramenti ed illu¬ minalo da due finestre. Da questa stanza si ha 1 ac¬ cesso al tepidario, lungo m. 9, largo 5, difeso al sud da lastre in parte verticali cd in parte inclinate, mu¬ nito di reti di ferro, c da stuoje nel verno. E ri¬ scaldato da stufe, mediante conduttori sotterranei di colto, pei quali si dirama il calorico lungo la serra. In un angolo v’ha una cisterna, che serve ad innaffia¬ re le piante in questa stanza raccolte. Quivi si coltivano diverse piante dell’ America e del Brasile, e fra queste delle Latitane, dei Fichi, dei Gytharexylan, dei Psidium, delle Canne e Saccharum, Cyperus, ' Tropaeoii , Acaciae, Habrolhumnus , Abutilon , Eiqthorbiae, e molle altre specie di piante, le quali si mantengono ad una temperatura dai 6 ai 10 gradi. Dal tepidario si fa passaggio al frigidario, stanzino che raccoglie altre piante esotiche diverse della Nuova- Olanda e del Capo dì Buona-Speranza, le quali alla temperatura di soli due gradi vengono conservale. _ Questo luogo dà accesso ad un secondo calida rio pure giacente al sud, proietto da lastre ad un solo piovente inclinato, che viene riscaldato da sotterranei 39 conduttori in eotloj die sprigionano un calorico traman¬ dato da apposito forno. E lungo m. 13, largo 5, alto J 0 nel mezzo. Lungo la stanza sono disposti varj letti Laidi, elevati dal suolo, costruiti di cotto, coperti di lastrolma di pietra tenera. fiosso le lastre veggonsi alcu¬ ne aiuole, pure alquanto elevate dal pavimento, con pian¬ te aggrappatisi, come Passiflore, Parielarie, Eeliitcs, cc. Era le piante clie qui si conservano meritano speciale attenzione la Vanirla planifolia, elie in quest’ Orto fruttò prima in Europa, e elle riproduce il suo frutto quasi ogni anno; varie speeie di Orchidee, di Aroidee, quali il Phlodendrwn pinnaiifidum, Pft. lacerum, abbarbicato a diversi tronchi; 40 c più specie di Gloxiniae, 40 di Gcsxi- nenae, un 'Alida Comesi , la Cussonia ihyr siflora, e Poly- podii ed altre specie di piante parassite; la Pathos ven- tricosa, 60 e più specie di Achitnenes, una Centrade - ina rosea c fforibimda, una Francìscea lalifalia, una Bubroma ultni folta , la Cappone a tigrina, il Cinnamo- »ium cassia. Oltre a queste piante hanno vi sci Musae, fra le quali la paradisiaca, osservabile per le sue gran¬ di intere foglie oblunghe, dal cui centro sorto un grup¬ po di tìori disposti intorno ad un asse comune, e cia¬ scun liccio ù protetto al principio da una colorita brat¬ tea, che poscia cadendo permette al fruito di espan¬ dersi e maturarsi. Ed oltre a queste veggonsi due al¬ tre specie, degne di essere ammirate perla loro bellez¬ za ed utilità : la Afusa eoccinea, le cui spato sono di un chermisino a macchie gialle; e l’altra specie di an¬ cor più recente scoperta, la Illusa zebrina, Leila per le brune stai scie alla parte supcriore delle sue fo¬ glie. Ed il Crimini bractealum e I amabile elio pro¬ duce ogni anno tìori di color lilla ili sorprendente bel¬ lezza. Distinguevi il primo per la sua lucente bianchez- 40 za, il secondo pel suo delicato odore di rose, che tra¬ manda una soave e deliziosa fragranza. La Olivia nobilis, osservabile aneli'essa per essere coronala da un gruppo di rotonde, pendenti c termi¬ nali capsule o pomello. La Sanseviera Zeylanica , la eut fibra fornisce agli abitanti di Ceylan materiali ila eordaggio ec. E v’hanno ancora una Tillandsia dim- thoidea e Durala , piante del Brasile che si pascono d’aria soltanto, nè hanno mestieri della terra o di al¬ tro solido alimento. Si conservano in cestini di ferro filato sospesi in aria. Lo loro loglio canaliculale, em¬ briciate somigliano a quelle dell’ordinario garofano, e perciò sono dette comunemente Garofani neri. Meravi¬ glioso è vedere nel mese di Marzo spuntare un bel fiore da queste piante. Una Cinchona C ali saja e fio- rihunda , un Ficus nymphaefolia, una '/tamia nutricala? pietà, e la '/• Aechmea fuhjens , una Garrya lauri folta, una Goccoloba tiri fera , la Goffea Arabica. Nè mancano varie specie di Sarraceie nelle quali le foglie, congiuri- gemlo lor margini, producono una specie di coppa o serbatojo, in cui sì concentra l’acqua. Ma sopra tutte merita parti colar attenzione la Ne- pcnthes distillatoria , ovvero pianta mastella , la cui fo¬ glia al vertice termina in una boccetta ben singolare, contenente un liquido assorbito parte dalla terra c parte dall’ aria atmosferica che la circonda : V Itedysa- rum tjvrans; la cui biglia è composta di tre altre mi¬ nori foglietto, quella di mezzo alquanto piu estesa, io laterali più ristrette, le quali nel giorno, se soggel- c ai raggi solari, mostratisi in uno stato di agi¬ tazione quasi oscillante cd irregolare : la Mimosa pu¬ dica, la quale al tocco piu leggero delle sue fogliet- 41 le prova tale mia sensitività, che si rari nìcchia in im gruppo. Pari è la Dionaea mxiscipula, che oltre alla epe- eia le struttura delle sue parli, è singolare ancora, per¬ chè non appena un corpo straniero tocchi i peli che sortono dal disco de 1 suoi lobi, questi si rinserrano, ed sprigionano l’infelice individuo, presentando cosi un problema di molto interesse al Botanico fisìologisl a. La Poinciana pulcherrima, che nelle Indie Oecì- dentali adorna le siepi, è interessante pe 1 suoi fiori di scarlatto, eome pure la P. Gìliesìi, il Tamttrindus indi¬ ca, P Emaloxylon Gampechianum (legno Tauro), mollis¬ simo adoperato nell 1 arte tintoria. Dal calidario si passa internamente in altra stanza protetta da lastroni, in cui si conservano distribuiti giusta il metodo naturale tutti i semi delle piante coltivate nel- V Orto, del pari che una scelta collezione di frulla e semi d’America, dell 1 Indie e del Brasile. In appositi cassetti si custodiscono i semi annuali divisi per ordi¬ ne alfabetico, i quali a ricerca dei corrispondenti giar¬ dini d’ Europa vengono qua e là spedili. Al disopra dello stanzino veggonsi alcune pianle grasse, a bella posta distribuite graziosamente su varie tavole. Succede poscia la serra delle P alme, coperta co¬ me il tepidario, di eguale dimensione, e nello stesso modo riscaldata. In essa stanno disposti alcuni letti caldi, alquanto elevati dal suolo. E tappezzata tutto din¬ torno alle pareti di un bel verde prodotto dalle innu¬ merevoli diramazioni del P icus stipulala, av \ eri il tinnen¬ te ivi collocalo. Molte sorla di Palme trovami in questa serra leg- gladramente disposte^ le quali presentano una idea dui modo con cui crescono c s 1 incrementano, c delle a In- 42 Indiai proprie ili ([«ella tribù ili piante. E qui anno¬ veriamo dapprima un Phoenix dactylifera dell’ Orien¬ te, albero clic fornisce la maggior parte di cibo Agli abitatori della zona subtropicale. Sotto trattamento ar¬ tificiale il Dattero raramente produce frutto; ma non per questo è meno interessante, anclic indipendentemen¬ te da’ suoi varj usi economici. Hannovi inoltre varie specie di Klacis, per es. ì'E. melanococca, 1’ E. Gùpernmae, l’ E. M ir apuana, l 'Areca rubra, un Vestnonchis polyanthus, una Tubaea Special ilis, RI tapis flabelli fornài, un Goccus plmmus, un Phoenix leoncnsis, un Tnrntx multijUra, ed altre spe¬ cie. Fra le piante grasse distinguonsi per rara bellez¬ za un Cercus senilis dell’altezza di 2 piedi circa, un G. formosus alto piedi 9, un G. coendescens, G. Cki- loensis, G. variabilis , G, fortissimus , G. gemmatus, G. Bonplandii, C. pellucìdm . G. geometrims, G. Forbeai, G, lanwjinosuSy G. credili, G, abnortnis , G, Coluinna, eon altre mollissime. Alcune Mamillariac, come la M, Galeoni dell altezza di oneie 1 1 e del diametro di 5: la IVI. coronaria di circa 2 piedi ed oueie 3 di diametro, la 1\L acicidata alta oneie 8, la i\I. polyedra dì oneie 6, la M.kistrix alta oneie G, del diametro di 5, la Wildìa- na, Vacantkopidegma, la longìmamma, la crocea, la Zuccarìnìana ec. Più dappresso alle vetrierc sorge una roccia artilìeiale, costrutta di varj pezzi di tufo, dispo¬ sta a bene intesi scompartimenti e di ottimo gusto, coronata di 120 specie delle più scelte Felci. Nel bel mezzo di queste piante, maestoso elevasi un Pandanm odoratmimus, notevole per l'ordine spirale delle sue fiondi, li nativo del Madagascar, dove si alimenta nello sciolto terreno coll’ajuto di radici aeree che nascono 43 da varie parti ilei mio tronco, c lo reggono coinè tanti sostegni. Degni di osservazione ancora per rarità di spe¬ cie sono alcuni liJelccactus ed Echino cactus, VE. platrce- ms del diametro di un piede, E. /.itecarini alto oncie 9, E. pruìnosus allo 'JO piedi circa, E. mammulosus, E . corniyerus) E. Gourantii , E. multijilex, E. Eryesii, IL robuslus) jB. QtlaniSj E. ptalyacanthus, E. Monvillii, E. fjrandicorniSf E. latispinus, E. crinaceas, del diametro di j 8 centimetri; xm's/gttbe flifercb fortissima, con fo¬ glie variegate, munite di filamcnta capillari; la Barn- busa antndinacea, pianta a tutti ben nota, la Bona- partea cj ramini [olia, pianta di bell’ effetto, con foglio li¬ neari lunghe circa due piedi. il genere Cercus sviluppa alcuni splendidi fio¬ ri, comunque, generalmente parlando, di cortissima vita. Fra questi osservabile è il Gereus grandi fior us clic getta, quando a quando, sul declinare del sole, uno o più fiori composti di un numero grande di bianchi pelali, che formano un vago contrasto colle lucenti Ibglioliiie radianti che lo circondano, e con vasto nu¬ mero di stami a lunghi filamenti clic si rannodano al centro. La fragranza del fiore è sufficiente a profumare tutta la serra con delizioso odor di vaniglia, ma nel mattino seguente il fiore è chiuso e totalmente appas¬ tilo. Il anno vi ancora varietà diverse di fiori di que¬ sta specie candidi e meno odorosi, delti G. grand)- florus varìetas. Questa lunga fabbrica termina finalmente in uno stanzino di costruzione eguale agli altri, nel quale, ol¬ tre un Sabiti Andamonii, un Chamuerops Palmetlo, serba¬ si in un vaso stabile in cotto, allo dal suolo, corona- 44 lo all’intorno cd alla base da cordonate di macigno e da varie cassette con diverse specie di Palme, una su¬ perba Latanfa Chincnsis , alta metri 4, con 26 foglie larghe a mo’di piccolo ombrello liscio, di leggiadris¬ simo effetto. Da questo si passa ad una serra or ora costrutta, ove coltivatisi le Orchidee, piante ohe domandano un ambiente assai calilo ed umido. Vi dà accesso un bel vestibolo a cui si scende per nove comodi gradini, tal¬ ché il piano della serra riesce alquanto al di sotto del terreno circostante. La serra ha per tetto una doppia vetriata di grossi cristalli, garantita da una forte ra¬ mala, e sostenuta da eleganti archi di ferro fuso. Essa è lunga tredici metri sopra cinque di lar¬ ghezza, c dal pavimento al vertice del coperto è alta 1 2 metri, 91 c. E divisa longitudinalmente in due ajuo- lc, rilevale, c sostenute da una costruzione in muro, in cui crescono le piante, coperte spesse fiate anche da una campana di cristallo. Ciò clic in questa serra più merita osservazione si è il modo di riscaldamento. Per ottenere P ambien¬ te assai caldo ed umido richiesto dalle Orchidee, si ri¬ corse al metodo più adatto del riscaldamento per ac¬ qua calda. In uno degli angoli del vestibolo evvi una cal- daja, dal mezzo della quale s’innalza un largo t ubo di rame, destinato al versamento dell’acqua. Verso la metà di questo si spicca orizzontalmente un secon¬ do tubo, minore di diametro, che poco di poi ripiega al- P ingiù e discende fino al livello delle due ajuole. Qui ritorna orizzontale, passa sotto all ajuola vicina alla caldaia, poi, al di sotto ilei tre gradini che danno uscita alla serra sul giardino, passa alla seconda ;ijuo- . /<> , > ? // //// '//s/s/sr' " i'/S'/ff 1 1 , 1 . c dopo nvcr intieramente percorso anche questa , si ripiega, e ripetendo, un po’inclinato, la strada già fatta, entra nella caldaja. Cosi essendo disposti i tubi, facendo fuoco al di sotto della caldaja, 1* acqua riscaldandosi, e diminuendo consegaenfceraentc di densità, s 1 innalza nel tubo prima¬ rio, e quando è alla temperatura quasi dell* ebollizio¬ ne, raggiunge il secondo tulio, scende per questo, per¬ corre il tubo posto sotto le ajuole, cede a queste il suo calore, e, condensata e fredda, spinta dall’acqua che continuamente e 1 innalza dalla caldaja, a questa ri¬ torna, donde, di nuovo riscaldata, una seconda volta s’innalza e ripete lo stesso giro. Così si produce un continuo movimento di circolazione, e un continuo e costante calore è fornito alle ajuole. Nè il calore che scro porla il fumo prodotto dalle legna che abbruciano intorno alla caldaja c trascura¬ to, perchè, frammezzo ai due tubi deli acqua che per¬ corrono le ajuole, cwi un terzo tubo in muratura, pel quale passa il fumo, che abbandona così alle ajuole il calore seco portato; e non è che dopo aver compiuto questo corso, che lo si lascia disperdere per una canna posta nel vestibolo dì l'accia alla caldaja. Ma siccome il far percorrere al fumo un sì lungo cammino, e tutto opposto al suo naturale, toglierebbe al focolare della cal¬ daja il necessario tirante, perciò si fece comunicare l’ultimo tratto del camino con un secondo focolare in cui si accende fuoco nello stesso tempo che sotto la caldaja. Questo generando una corrente dalla caldaja pel tubo del fumo, obbliga quest’ ultimo a percorrere la strada che gli è assegnala. Nè è necessario conti¬ nuare questo fuoco più di una mezz ora, perchè sta- bililasi una volta la corrente, del fumo, questa per sé stessa continua. Questo modo dì riscaldamento sebbene richieda molta legna per tener sempre V acqua calda, pure rie¬ sce ancor utile, giacche la temperatura, anche cessalo i! fuoco, mantiensi costante per un tempo anche lun¬ go, lentamente raffreddandosi ì 1 acqua nei tubi. Questo apparecchio consuma anche pochissima ac¬ qua, perchè in un mese non se ne perde piu di un secchio. Eil è anche ingegnoso il modo con cui può ac¬ certarsi se esista nella caldaia sufficiente quantità di ac¬ qua. A questo scopo ovvi, al di sopra del punto ove dal tubo verticale primario l’orizzontale si spicca, una valvola, dalla quale, aperta, deve sortire T acqua se la calda j a ne contiene la necessaria quantità. In questa serva sì coltivano molle Orchidee. Le piante che meritano una distinta menzione so¬ no le seguenti: J usti eia variegata» Coleus Blumeì, mol¬ te specie di Bignonie, di Gloximc, di Achimenes, Pas¬ si fior ae } Fichìtes, Alniictliete. \ i si dist inguono una Dra- caena nubili*, copiose varietà di Amine, di Ananas; vi sì tengono molle talee; mollissimi innesti si conser¬ vano in apposito spartito delle ajuolc della terra. Vi hanno molte piante acquatiche delle piu rare, nonché il Galadhm bicolor e il vinca rum. E da notarsi una Guzmannìa tricol&r, una Marmila caccilica- un’altra albo lineala, un Aeseytimidius repens, maculaias > un A- rjmstm sìmialus. Vi si veggono molte specie di Felci le più rare, come pure un Grnus discolo r ? una Dor¬ si cnia ftuctuosa , un EranlUpmum leuconeumm , un Gampylobolrys discolora una TiUandsia dtscolor, zonata, alba ; rubra, una Popola montami e la più rara fra tulle si è la Slryclmos mix vomica. La sommità di questo fa labi'ricalo è decorata ila quattro busti in marmo di Car¬ rara, che figurano le quattro Stagioni. Le fabbriche I ulte sono assicurale dai danni del fulmine mercè gli apparali FrnnhUniani. Di prospetto a queste serre havvi un appezzamento ben largo di terreno, diviso ad njitole tli figura semicircolare, nelle quali stanno disposte se¬ condo il metodo naturale varie collezioni di arbusti appartenenti alle famiglie dei Gelsomini? dei Capri¬ fogli, dei Ramni, delle Rerberùlec, delle Leguminose e delle Rosacee, fra le quali si distingue una Rosa lìanhsia- na proveniente dalla Cina, mirabile pei lunghi suoi rami pendenti, sopra i quali stanno collocali i fiori; e finalmente v'hanno non poche Orossutariae , Ligustri- nae ce. Escilo il visitatore dalla nuova serra sotterra¬ nea, e costeggiando esternamente l’Orto centrale al lato di levante, s 1 incontrerà in un boschetto piantalo nel ISSO, e da questo in un secondo coevo al primiero, ricco d'alberi dell’America boreale ; e passalo davanti alla statua di Salomone, innalzata dal Podestà dì Pa¬ dova Domenico Tiepoìo, e ad una fontana con getti d’acqua graziosi : e qui ascesa un’artificiale colline!t;>. formata a cura dell’attuale Prefetto, da cui si pro¬ spetta l’Orto tulio, e di dove P occhio spazia sulle cir¬ costanti campagne, c gode della vista della golira torre, dei pinti edifìzj e del leggiadro giardino limi¬ trofo del Doti. Pacchie rotti, e sulla quale trovasi una sedia raccolta di Conifere: scesi da quella e trascorso il cancello meridionale, dinanzi al quale havvi un altra fontana, ed ove pure dovea essere locata la statua di Dioscoridc? vedasi una raccolta di varie specie di Pini piantati dall'alluale Prefetto. In seguito sla 1 antico bo¬ sco dell’Orto, piantato già dal Prefetto Aioli, aumcn- tato dal riarsili, tolto di eccelsi alberi la più parte esotici. In questo, di mezzo a torregginoti e gigantesche piante, vedesi la statua di Teofraslo innalzata dal Po¬ destà di Padova Federico Vernerò. Fra le piante degne di ammirazione contansi una G ledi ischi fi itomela di metri, un Carprnus bétulus e un Linodeiidion tulvpi- fera di 29. nrìJilanlhus glandulosa di 30, una Juglans nigra di 33. ed una J. olivaefjrmis di 20 ; un l'ugus purpurea f un Populus alba di enorme grandezza c di bello forme, un Diospyros Virgmiana di piedi 80, e Kahì : ma più clic gli altri tutti si ammira un Pla- tanus orientali* che limisi contemporaneo alla fonda¬ zione dell’ Orto, c clic colla sua smisurata grossezza d i ullrc 2 metri, colle strane irregolarità del suo tronco, lutto nodi, bozze c bernoccoli, sembra giustificare la tradizione che gli attribuisce quasi tre secoli. Giralo il Platano, entrerà il forestiere nell’Orto centrale pel grande cancello posto al meriggio. Questo Orto di (orma circolare è cinto di grossa cd alta mu¬ raglia, sopra la quale corre all'ingiro un’elegante ba¬ laustrata in pietra da taglio, fregiata qua c !à di al¬ cuni busti di rinomali Botanici, quali di Fabio Colonna e di Gianuantonio Saraceno, c dei Prefetti, Prospero Al¬ pino. Giulio Pontedera e Giovanni Morsili. A quest’Orlo si ha accesso per quattro grandi portoni simmetricamen¬ te disposti, fiancheggiati da colossali pilastri in marmo di rustica architettura, chiusi da robuste cancellale di terrò e di bronzo. La parte interna di quest’Orlo presenta 16 sva¬ riati scompartimenti, i quali mediante cordonale di ma¬ cigno si suddividono in molliformi aiuole, protette pres¬ soché tutte da piccoli cancelli dì ferro, starili sopra basi 49 (lì pietra. I» esse stanno collocate per famiglie, secon¬ do I Online naturale di .lussici, gran quantità ili piante 5 cinte pur esse da cordonale che servono a tenerle sud¬ divise e distinte le une dai le altre. Ampj e bene in¬ tesi viali maggiori e minori, retti e curvi, decorati da lutti i lati da varietà di piante disposte in grandi vasi, permettono all'osservatore eli tutte vedere a bell'agio le molte specie di piante che quivi allignano e cre¬ scono. Degne d’ammirazione per mnravigliosa altezza e bellezza sono due Magnoliae grandijlorae, che all’epo¬ ca della bori tura spirano un soavissimo olezzo, e con¬ tatisi ira le prime in Italia introdotte. Datinovi inoltre una Lagerstroaemia Indica di enorme grossezza, la quale presenta lucente c ben levigalo il suo tronco, offrendo insieme grande quantità di fiori; una Salìsbutya adian- Ihifoln li essa pure fra ic prime trapiantale in Italia; una Ginìtgo bìloba, una (htercus coccifera di mole straordi¬ naria, su cui vive la cocciniglia. Nel bel mezzo di questo recinto sta la fontana principale, clic manda un altissimo getto, il quale viene raccolto da vasto soggetto bacino circolare. Da questo sito medesimo rocchio viene portalo sopra altre ululi¬ ci minori sorgenti d’acqua, circostanti a brevi distan¬ ze, e cadenti in altrettanti serbatoi; c sopra due altre peschiere formale dalle sovrabbondanti acque delle fon¬ tane, clic a guisa di cisterne raccolgono nel loro seno le acque pluviali, entro le quali scherzano e guizzano variopinti pesci. Nei grandi quadrilateri al centro veg- gonsi coltivate nel primo posto alì est, di fronte alla serra verde, le famiglie delle liununcidaccc, delle Cro¬ cifere, Papavcracce ccc. Nel secondo, di prospetto alla serra delle lastre, quelle delle Labiate; nel terzo, di 50 facciata alle piante medicinali, (jnelle delle Composte ; e finalmente nell’ultimo, rim petto alle Cario fillèe , han¬ no vi le Malvacee, le Enforbiacce, le Cerarti acce cd Ampclidce. Nelle ajuolc poi che circondano i quadrilateri c nelle circolari, veggonsi, in quelle rimpetlo alla serra verde, le famiglie delle Tridee, LUiacee , Aspamgee, Ea- n unculacec ed Aro idee ; nell’altra, di prospetto alla serra delle Unire, le famiglie delle Ombrellifere, Solanacee, Primoiacee, Apolinee, Convolvulacee e Boraginee ; e nelle a juolc del quarto vicino, quelle delle Labiate : nello scom¬ partimento posto al meriggio, stanno le piante medici¬ nali che vivono in piena terra, e che servono di stu¬ dio agli scolari di Botanica; e finalmente nell 1 ultimo a levante, le famiglie delle Gctrio fillèe, Tcrebintinacee, Ericéc, Campamdacee; e nelle ajuole le Composte e Poligonèe. Scostandosi dalla fontana centrale, percorrendo il viale che prospetta la cancellata volta ad oriente e girando a sinistra, viene l’osservatore introdotto in una delle serre mobili, appellata la verde. Delle moltissi¬ me piante in essa raccolte, molte sono legnose, bienni c perenni, coltivate in piena terra; molte altre esoti¬ che, dell Olanda e del Capo di Buona-Speranza. Di- stinguomi poi per altezza c varietà un 1 Acacia vera, ima Lamarkui dentala alta 2 metri, l 'ftex crocea, un Coeculus laurijblius, una Visnea me cantra, un’ E- scallonia Motitevidensis, un Pitto sporum viridi fior uni. un Calhslcmon aalignum, un Abuiilou venosum, una Melaleuca lineari folla, la lineili a Sabini, un Podocarpus macrophyitus, una Sopì torà macrophylla , una Ereyliula eesiroules, un JChnrrmm odoralissimum, e ì’ Ole» nndu- lata e la fragrane Nel centro della serra elevasi un 51 elegante tempietto ottagono costrutto in legname, di gusto eliincse. alto circa metri 15, sotto il quale tor- reggia una maestosa palma a ventaglio, il Ghamaeropa burnite var. arboresccns, alto metri 9 circa, di un solo fusto assai grosso, c dal quale spuntano alcuni pezioli scanalati, tozzi e assai spinosi nei margini, portanti largo e frastaglialo fogliamo. È fornito di otto tronchi di varie altezze, il maggiore dei quali s’innalza sugli altri a più che sei metri di elevazione. Presentano questi al lor vertice una vaga ciocca di foglie, dalle cui ascelle sboc¬ ciano dei fiorellini disposti in grappoli dì un coloro giallognolo. Avviticchiate cd aggrappantisi lungo la mu¬ raglia. haimovi pure varie altre piante, quali V Jrista¬ ici iia semper-virens, un Myrtus communis, un bellis¬ simo Hibmus tmtfnbiìis flore pieno, una Galli carpa ca¬ nti; uno Styrax officinali > un ’Ephedra altissima, c va¬ rie specie di agrumL Usciti da questa serra, trascorso il grande can¬ cello settentrionale, si passa nell’altra occidentale Conserva (Ielle lastre. In questa e neU'altra sudde- scritta troverà l’ammiratore due scelto piantagioni di vegetabili della Nuova-Olanda, del Perù, del Messico, dell’Africa boreale e d altri climi più miti, allo latto dai 7 agli 8 piedi circa, che crescono in piena terra, lunghesso il muro di cinta, c che quivi da varj anni prosperano al pari che nei paesi laro nativi. % K aU’oHimo provvedimento dell’erezione di queste serre, ehc l’Orto di Padova va debitore della bellezza e della mole grandiosa di queste piante, le quali al¬ trove educale in semplici vasi, vivono appena rimpic¬ colite c stelliate. Fra le moltissime qui raccolto meritano di essere ut ispccialilà esaminate la Justìcìa adhaloda c quadri- # fda, un B/Idianfhus major , una Verbena tripkylla , la Tecoma australis , la Myrica segregata c la M, quer- cifulia, l’ Olea cxcclsa, la Myrsine refusa, una Prosopis fili flora , un haurus lamentosa , la Yucca crenulala , un 2'«rcoJifln//tus cnnipfcGrato, un l 5 otZotrtrpuj macro- phyllus, V Bucaiyptus obliqua 3 un Pittosporum undula- tum } il Jasmimim Azoricum > il Sìphoeamphylus bico- Ioì'j un Celùsirus lucidità , una Brugtnansia candida, i cui fiori sono pendenti e Ibi mali a guisa di tromba. Nè v 1 ha penuria di piante acquatiche degne di ricordanza. Ivi entro slatino pure vagamente disposti molli vasi di Cedri, quali il Ciirus auranlium, il C, medica, il G, Sinensis, vttlgaris, Untetia ee. Al manco lato si osservano un Solarium program, un Cctlodendron carpense 3 un Glerodcndrum fragrans, la Co&isoloba sagittata, la Portiera hygrumelrìca, le cui Jbglie alale c lineari suLTaimollare si chiudono al pari che quelle della Sensitiva; una Dracaena draco , dal cui fusto, mediante alcune incisioni, si ottiene il san¬ gue dì drago usato in medicina; un Ficus clastica, allo metri 5, a larghe foglie, c da cui si cava la gom¬ ma clastica una Garuga pinnata 3 una Polygala myrli- folta, la Madura tinctoria, e Lauri, Mclideuchc, Metro- mleri e Jjcptospcrmi; cd un Abiililon striatimi ; e mollo altre, Lungo il muro veggo usi varie Passiflore, Bigno- mc, Kphedrc ce. In piccoli vasi race col goti si le Ossalidi, le l ritonie, le A mar il lidi, c l'intiera raccolta delle bulbifere; finalmente le Cinerarie, i Solimi, le Verbene, le Salvie c cento altre specie di piante esotiche quivi si educano con ogni cura. Ambedue queste serre sono costrutte di legname, assicurate da frequenti spranghe di ferro, coperte a 53 tavole e tegole ad un solo piovente, protette da lelaj a doppie invetriate, rassodale da lamine di ferro strette con vili per impedire il più possibile l’accesso del¬ l’aria esterna. La loro altezza è di circa met. 8, la larghezza di 4, la totale lunghezza di 76. Sono ri¬ scaldale con legna forte o Ito!;, mercè di stufe stabili che si accendono dall’ esterno , eseguile a modo di forno ; hanno conduttori di ferro pel fumo, c conduttori del calorico a doppio giro di colto lunghesso ìe pareli della muraglia. Nel mezzo della serra esìste una vasta fon¬ tana, posta sotto la stufa, formala a guisa di grotta con tufo, a conservarvi le piante grasse; ed in pari tempo offre un aspetto piacevole a chi la mira. Tot Lo questo grande apparalo mobile, ehc nelPaulunnalc sta¬ gione viene applicalo alla balaustrata del muro a difesa degl'inclementi rigori invernali, si toglie in primavera avanzata, lu quest’Orto coltivansi pressoché JGOOO specie, clic l’attuale Prefetto, mercè le più sollecite cure, e- gregiamente assistilo dall'operoso e solerle primo giar¬ diniere e custode signor Casiini, è riuscito a raecor- vi dopo l’orribile devastali ice bufera del 1834 che disellatolo totalmente, uc avea lasciale a mala pena 3000, Ter le zelanti sollecitudini del chiaro Prof, Vi- siaui trovasi quest 1 Orto in Gonispondenza prolìcua con altri cìnquantadue dei più insigni Orli botanici di Europa, che, noli universalmente, sarebbe spreco di tempo ripeterne i nomi. E desso affidalo alla vigilanza di un Direttore e Prefetto, cb'è sempre il Professo¬ re di Jjolaniea; è ajulalo da un Assistente che, come abbiam detto, dura iu posto duo anni, e tutto il piu \ieit conlermato per altri duej è coltivalo da un gìar- 54 «liniere c custode primario, da un sotto-giardiniere, da tre operaj fìssi e tre allievi ; e pelle spese deìT or¬ dinaria sua manutenzione e cultura, riceve uno stabile assegno di À. L* 32 ìO, compresivi gli slipcndj degli operaj. A queste somme, altre ne vengono aggiunte an¬ nualmente dalla splendidezza Sovrana, a seconda degli speciali straordinarj bisogni. Fornito l’intiero giro dell Orto, osservato quel molto dì peregrino e prezioso clic lo ingemma e deco¬ ra, sia colla ricchezza c pregevolezza delle sue piante, sia polla leggiadria e convenienza de’suoi varj cdilìzj, sia pel la bene intesa simmetrica distribuzione delle sin¬ gole parti, e pclla copia delle acque e pelle stupende panoramiche vedute che gli fanno corona j non potrà a meno l’osservatore } oltrepassando le soglie di questo Stabilimento, di non proclamarlo il primiero fra molli degli Orli pubblici delle altre Università ; a nessun al¬ tro poi certamente secondo, quand 1 anche l’assoluto pri¬ mato di anzianità di clic gode , uo’l rendesse per ciò solo, come osservò giustamente il Prefetto Dc-Yisiani, sopra lutti rispettabile c venerando. E qui, se il tempo che rapido nel suo volo mi stria- gc ? noti mcì vietasse, oh ! come avrei appagalo di buona voglia il mio desiderio di offrire ai Lettori tmo storico cenno della leggiadra Festa dei fiori ; la più bella senza duLb io fra quante possono allietare questa vita mortale, presentando unica allo sguardo contemplatore F inno¬ cente spettacolo della vaga natura nel suo candido a- spetto, il felice primigenio pensiero della cui iuslilu- zinne c intieramente dovuto alle sollecitudini affettuoso dell attuale Prefetto’ festa clic fomentando coll'utile c- millazione i progressi della scienza, torna nel tempo stesso di cittadino decoro, perciò careggiata, ben ara- gtonc, con tenera compiacenza da quanti sono i collori e gli amatori del giardinaggio, c da) sesso gentile, clic numeroso accorrendovi, in un a personaggi i piu illu¬ stri, la fa di sua presenza più brillante c più bella* i